Il simbolo è un elemento di comunicazione, la forza del simbolo sta nella sua capacità di ricordare la relazione esistente fra l’oggetto a cui si riferisce ed il significato che esso evoca. Esistono simboli riconosciuti in diversi ambiti: la bandiera, ad esempio, è simbolo della Patria, il giglio è il simbolo di Firenze, la colomba della pace, la croce del Cristianesimo, il panda è il simbolo del WWF.
Il simbolo è un segno di riconoscimento ed anche a livello industriale queste indicazioni i sono sempre più presenti.
Nel settore dell’imballaggio tutti i produttori sono invitati ad indicare le caratteristiche del materiale usato, tramite delle modalità stabilite con decreto ministeriale che istituisce un sistema di identificazione per ciascun prodotto, pertanto sugli involucri esterni è possibile trovare una serie di simboli che aiutano i consumatori a scegliere un determinato prodotto in base al suo impatto ecologico e a smaltirlo nella maniera più adeguata.
Il simbolo sicuramente più conosciuto è il CICLO DI MOBIUS, ovvero il triangolo formato da tre frecce che si inseguono, che indica la riciclabilità del prodotto, ma viene anche utilizzato in caso di materiale riciclato. Il Mobius Loop infatti rientra nelle asserzioni auto-dichiarate, ovvero è di responsabilità del dichiarante stesso (produttore, importatore, distributore, commerciante) e non è imposto da un ente.
Ognuna delle frecce simboleggia una diversa fase del ciclo di riciclo:
- Separazione e raccolta differenziale degli imballaggi in base al materiale
- Riutilizzo del materiale riciclabile da parte di aziende specializzate
- Commercializzazione ed uso del materiale riciclato
Il triangolo con le tre frecce viene utilizzato anche nel settore plastico, dove, con l’aggiunta di un numero specifico, indica il tipo di materiale utilizzato: in particolare dal numero 1 a 6 vengono indicate specifiche tipologie di plastica, (PET, LDPE, HDPE, PVC, PP,PS) mentre il n. 7 identifica tutte le plastiche che non rientrano nelle precedenti sei categorie.
La continua ricerca di metodologie per limitare la produzione di nuova plastica, ha portato allo sviluppo del PCR (POST CONSUMER RECYCLING) ovvero un tipo di plastica ottenuta dagli scarti di produzione. Con questo tipo di lavorazione il materiale plastico non viene eliminato, ma acquisisce nuova vita con la produzione di prodotti in plastica riciclata.
Anche carta e cartone sono largamente impiegati nel settore dell’imballaggio e non è raro riscontrare il simbolo FSC sugli involucri.
Il MARCHIO FSC è il più famoso ed indica che il prodotto è stato realizzato con materiale proveniente da foreste gestite responsabilmente. Il Forest Stewardship Council® (FSC®) è infatti un ente non governativo indipendente fondato nel 1993 da diverse organizzazioni ambientaliste e sociali attive nella salvaguardia ambientale.
La margherita stilizzata con le dodici stelle della bandiera dell’Unione europea contraddistingue un simbolo forse meno noto, ma importantissimo: l’ECOLABEL.
L’Ecoetichetta che certifica i prodotti eco compatibili, consentendo al consumatore di riconoscere attraverso un marchio il rispetto dell’ambiente da parte del prodotto in tutto il suo ciclo di vita (produzione, imballaggio, distribuzione, utilizzo, smaltimento) e che può così diversificarsi dai concorrenti presenti sul mercato. Questo marchio di qualità ecologica può essere ottenuto se vengono soddisfatti dei criteri stabiliti a livello europeo.
Per quanto riguarda la biodegradabilità il marchio più conosciuto, soprattutto perché presente sui sacchetti dell’umido, è il logo OK COMPOST e TÜV AUSTRIA (prima Vinçotte) che è l’ente autorizzato a rilasciare questa certificazione.
I sacchetti destinati alla raccolta della frazione umida sono biodegradabili in un impianto di compostaggio industriale e hanno quindi un minore impatto ambientale.
Una sempre maggiore attenzione riservata alla scelta dei materiali utilizzati nel campo dell’imballaggio, mostra come anche qui sta prendendo piede un pensiero più “green”. Cartoni, buste o pacchetti non sono più solo involucri che devono essere resistenti per essere movimentati nelle logistiche e dai trasportati, ma prodotti che a volte hanno un ciclo di vita molto breve, pertanto gettare grosse quantità di questi materiali risulta dannoso per l’ambiente. Questo pensiero sposa perfettamente la filosofia WILLCHIP, che nel corso degli anni ha cercato e continua a cercare nuovi prodotti innovativi che riducano l’impatto ambientale, pur mantenendo quelle caratteristiche di qualità, punto fondamentale per l’azienda.